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News

31.01.2023
Il progetto “NAHV – North Adriatic Hydrogen Valley” riceve una valutazione positiva e passa alla successiva fase per l’assegnazione del finanziamento europeo
L’impresa comune europea “Clean Hydrogen Partnership”, partenariato unico pubblico-privato per l’idrogeno pulito a sostegno delle attività di ricerca e innovazione nelle tecnologie dell’idrogeno in Europa, ha confermato i preliminari risultati della valutazione del bando 2022 “Hydrogen Valley – large scale” pubblicato a valere sul Programma quadro EU per la ricerca e innovazione “Horizon Europe”. Il progetto transnazionale “Valle idrogeno Nord Adriatico” presentato e sostenuto dall’alleanza tra la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Croazia, ha ricevuto una valutazione tecnica positiva e ora è ammesso alla successiva fase negoziale con la Commissione EU per l’assegnazione dei fondi stanziati. Una volta concluso anche tale passaggio, il progetto sarà eleggibile ad un finanziamento diretto europeo sino ad un massimo di 25 milioni di €. Gli esiti della procedura sono attesi agli inizi del mese di febbraio. “NAHV – North Adriatic Hydrogen Valley”, che coinvolge quali Partner istituzionali il Ministero delle infrastrutture sloveno ed il Ministero dell’economia e dello sviluppo sostenibile croato assieme all’Amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia, è il primo progetto di valenza transnazionale volto a sviluppare una valle idrogeno intesa come ecosistema economico, industriale e sociale basato sull’applicazione e diffusione di tecnologie dell’idrogeno. Il progetto è il frutto di una comune volontà politica espressa congiuntamente dai tre territori di creare le condizioni quadro per rafforzare la cooperazione nello sviluppo delle tecnologie pulite per la produzione e l’utilizzo di idrogeno. Tale forma di collaborazione non contribuirà solamente alla transizione verso un ecosistema integrato che interessa i settori dell’industria, dei trasporti e dell’energia ma anche favorirà una più forte integrazione dei rispetti sistemi scientifici e dell’innovazione e lo sviluppo di catene del valore dell’idrogeno. Il partenariato, guidato quale Lead Partner dalla società slovena HSE, il più grande produttore sloveno di elettricità da fonti rinnovabili, è composto nel complesso da 34 enti che costituiscono gli attori chiave in rappresentanza delle istituzioni pubbliche, del mondo della ricerca e dell’industria della macroregione del Nord Adriatico coprendo l’intera filiera dell’idrogeno, dalla produzione, allo stoccaggio, alla distribuzione sino all’utilizzo finale di tale vettore energetico in una pluralità di settori. In rappresentanza del territorio italiano sostengono il progetto oltre all’Amministrazione regionale, l’ente nazionale di ricerca Area Science Park che ha svolto un ruolo di primaria importanza nel coordinamento dei contributi provenienti dai portatori di interesse italiani, Acegasapsamga S.p.A., Cimolai S.p.A., Faber Industrie S.p.A, Acciaierie Bertoli Safau, Danieli centro combustion S.p.A, Ferriere Nord S.p.A.,  Clean Technology Systems – CTS H2, Snam S.p.A, Halo industry S.p.A,  Fondazione Bruno Kessler, Università degli studi di Trieste, Tpl-Trasporto Pubblico Locale Fvg s.c.ar.l. e le affiliate Trieste Trasporti S.p.A. e  A.P.T. Azienda Provinciale Trasporti Gorizia, META Group Srl. I rappresentanti industriali di Italia, Slovenia e Croazia svilupperanno progetti pilota per la produzione di oltre 5.000 tonnellate anno di idrogeno proveniente da fonti rinnovabili, e per il suo stoccaggio, distribuzione e utilizzo ai fini sia della decarbonizzazione dei settori industriali hard to abate quali acciaio e cemento che della realizzazione di soluzioni di trasporto sostenibili.   Massimiliano Fedriga, Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia “Accolgo con estrema soddisfazione questo risultato di altissimo valore che riguarda l’intero sistema territoriale regionale che si è impegnato, con grande convinzione, a costruire le basi per la costruzione di una valle idrogeno su scala transnazionale con l’obiettivo di accelerare il processo di transizione energetica. Il progetto “North Adriatic Hydrogen Valley” è nato dalla collaborazione già in essere tra gli hubs di ricerca e  innovazione del Friuli Venezia Giulia, della Slovenia e della Croazia che hanno saputo mettere a fattor comune, fornendo un esempio unico su scala macroregionale, conoscenza e competenze,  ed agli investimenti che già il settore industriale dei tre territori ha programmato e che richiede una capacità di coordinamento su ampia scala per produrre ricadute significative in termini occupazionali e di benessere delle nostre comunità. Confido che la valutazione positiva riconosciuta alla qualità del progetto a livello europeo porti alla conferma dell’ingente finanziamento atteso e sia di buon auspicio anche per le altre opportunità che la Regione intende sfruttare in maniera sinergica, a partire dagli investimenti previsti dal PNRR per la produzione e utilizzo dell’idrogeno”.   Davor Filipović, Ministro dell’economia e sviluppo sostenibile della Repubblica di Croazia “Il progetto “North Adriatic Hdydrogen Valley” rappresenta il primo passo coerente nell’attuazione della strategia nazionale idrogeno della Croazia che ha una prospettiva al 2050. L’importanza assunta dall’idrogeno in Croazia è in crescita e numerose imprese hanno iniziato a sviluppare progettualità basate sull’idrogeno. La “Valle idrogeno Nord Adriatico” solleverà l’economia collegata alla produzione e utilizzo di idrogeno e contraddistinguerà in maniera unitaria i tre territori come sostenitori di tale vettore energetico. Il valore aggiunto della valle risiede nella cooperazione di successo tra Croazia, Slovenia e Friuli Venezia Giulia che garantirà una più rapida implementazione di numerose progettualità e aprirà nuovi orizzonti per le nostre imprese e università. Dobbiamo essere consapevoli che l’idrogeno, prodotto prevalentemente in Europa, potrebbe diventare una risorsa energetica significativa ed un potente strumento per diminuire la dipendenza dalle importazioni di energia così come una delle leve più importanti per sostenere l’economia a livello europeo. Il nostro obiettivo è chiaro: miriamo ad essere un rilevante attore su scala globale fondato su un’economia pulita e sostenibile”. Bojan Kumer, Ministro delle infrastrutture della Repubblica di Slovenia “Dopo un lungo periodo di collaborazione e impegno comune da parte di tutti i Partners della Slovenia, Croazia e del Friuli Venezia Giulia, siamo veramente lieti che la Valle idrogeno Nord Adriatico sia stata valutata positivamente da Clean Hydrogen Partnership Joint Undertaking.  Questo costituisce un ulteriore avanzamento nell’assicurare economie più sostenibili ed a zero emissioni di gas climalteranti nel bacino del Nord Adriatico. Attraverso lo sviluppo di un ecosistema basato sull’idrogeno integreremo le altre soluzioni perseguibili per un’economia a zero emissioni. Tutte le analisi e le ricerche condotte sinora dimostrano che per un’attuazione di successo di un tal progetto complesso e di larga scala, l’unire le forze a livello transfrontaliero è veramente importante. Non solo rende possibile la realizzazione di un progetto così articolato ma anche spiana la strada verso nuove opportunità per una futura cooperazione per i nostri Partner con la Croazia e l’Italia e auspicabilmente anche in un contesto territoriale più esteso. Preme ricordare che il progetto è il risultato di un impegno comune delle Amministrazioni statali e regionale, dell’industria, delle istituzioni di ricerca e della società civile secondo il modello cosiddetto di quadrupla elica. Questo tipo di collaborazione estesa è sicuramente una garanzia per il successo del progetto e per un ulteriore sviluppo delle soluzioni basate sull’idrogeno ai fini di un loro più ampio utilizzo”. Tomaž Štokelj, CEO of Holding Slovenske elektrarne d.o.o – HSE, Lead Partner “Holding Slovenske elektrarne (HSE), il più grande produttore sloveno di elettricità ed il principale produttore di energia elettrica rinnovabile, è orgoglioso di essere uno dei Partner guida nel progetto “Valle idrogeno Nord Adriatico” che è un’iniziativa a trazione industriale e che è il risultato di un comune impegno dei soggetti istituzionali, dell’industria e della ricerca appartenenti ai territori della Regione Friuli Venezia Giulia in Italia, della Croazia e della Slovenia. La società ECUBES ha maturato nel 2015 una visione sull’ecosistema basato sull’idrogeno che è stata sviluppata nel progetto “Zero Emission Mobility Corridor Slovenia” nel 2018 e ha costituito la base per l’idea di progetto RESHUB nel settore della difesa. I Ministeri delle infrastrutture e dell’ambiente e della pianificazione territoriale della Repubblica di Slovenia hanno espresso il loro supporto allo “Zero Emission Mobility Corridor Slovenia” nel 2020 con l’obiettivo di sviluppare un ecosistema nazionale fondato sull’idrogeno. L’iniziativa di una Valle Idrogeno del Nord Adriatico è stata accelerata anche attraverso la prima Conferenza “Hydrogen Ecosystem North Adriatic” tenutasi a Nova Gorica a novembre 2021. La Lettera di intenti sottoscritta dai Segretari di Stato della Slovenia e della Croazia e dal Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia agli inizi del 2022 ha dato vita all’istituzione di un Gruppo di lavoro congiunto. Questo ha reso possibile la creazione del principale contesto per un’operazione di successo di fusione di attività locali e parziali nel settore delle tecnologie basate sull’idrogeno del territorio in un progetto unitario e comune sostenuto da 34 Partner. HSE ha avuto il privilegio di assumere il ruolo di Lead Partner del progetto. Lo sviluppo di soluzioni basate sull’idrogeno è importante per il settore dell’energia e la sua trasformazione verde, così come lo stoccaggio di energia è un prerequisito per il processo di decarbonizzazione e l’impiego di rinnovabili su larga scala. Il progetto “Valle Idrogeno Nord Adriatico” rappresenta anche una forma di cooperazione stretta tra i partner istituzionali, dell’industria e della ricerca, che produrrà uno sviluppo accelerato del territorio e una più veloce transizione in una società energeticamente resiliente e neutrale dal punto di vista climatico, in linea con la missione e la visione di HSE”.   Caterina Petrillo, Presidente di Area Science Park  “Il progetto è il risultato di un formidabile lavoro di squadra grazie al quale i contributi forniti da ciascuno dei Partner, in base alle proprie competenze ed esperienze, sono stati integrati e armonizzati per immaginare il futuro della cosiddetta “Hydrogen Economy”. Lo sviluppo dell’idea di una Valle idrogeno del Nord Adriatico ha registrato una significativa accelerazione nel 2021 quando l’Università di Trieste ha guidato l’ampliamento alle istituzioni di ricerca della crescente partnership che già includeva imprese e autorità governative della Slovenia, Croazia e del Friuli Venezia Giulia.  Area Science Park ha messo al servizio del progetto la sua pluriennale e consolidata esperienza in cooperazione scientifica, nonché la sua capacità di costruire partenariati pubblico-privati tra centri di ricerca e aziende innovative con produzione in settori strategici per la crescita. Questo progetto, inoltre, rappresenta per l’ente una grande opportunità per sviluppare ulteriormente competenze applicate nel settore dei materiali innovativi”.  
Infrastrutture tecnologiche
24.01.2023
L’Ambasciatore di Israele Alon Bar ha visitato Area Science Park
Visita questa mattina in Area Science Park Science Park dell’Ambasciatore di Israele Alon Bar, accolto dalla Presidente Caterina Petrillo e dal Direttore Generale Anna Sirica. Sono state illustrate al diplomatico le principali linee di attività dell’ente, che si sviluppano attorno al Parco Scientifico e Tecnologico, la Ricerca ad alta specializzazione con le  Piattaforme di ricerca e tecnologia, il Trasferimento tecnologico e il supporto alle imprese. Area è in sé un dimostratore di scienza e tecnologia al servizio del mondo della ricerca e di quello imprenditoriale. Grazie all’integrazione dei suoi  laboratori e servizi, quelli delle aziende e dei centri di ricerca, Area Science Park, ha spiegato la Presidente Petrillo,  può sviluppare   modelli e soluzioni per nuovi processi, servizi e prodotti. Il Parco Scientifico e Tecnologico, nel quale operano 57 aziende e 7 centri di ricerca, sarà impegnato nei prossimi anni nella costruzione di joint labs e nel supporto alla nascita di nuove imprese secondo un approccio “deep-tech”, orientato allo sviluppo di tecnologie basate su scoperte scientifiche e sfide ingegneristiche. Le Piattaforme tecnologiche e di ricerca coordinate da Area Science Park  negli ambiti scienze della vita e nuovi materiali, offrono accesso a laboratori di ricerca  in cui strumentazione avanzate e competenze sono messe a sistema per fornire know-how e servizi finalizzati allo svolgimento di test sperimentali e progetti di ricerca applicata e industriale. Come esempio di supporto all’innovazione dei processi industriali, sono state illustrate principalmente le attività di IP4FVG, il Digital Innovation Hub regionale. E’ stato infine menzionato l’impegno di Area in due importanti progetti finanziati dal PNRR: PRP@CERIC, che ha l’obiettivo di studiare i vettori di malattie infettive attraverso la manipolazione e la caratterizzazione di patogeni; NFFA-DI, che punta a integrare laboratori di nano-fabbricazione per la crescita controllata di materiali su scala atomica. Infine, è stata evidenziata la partecipazione a North Adriatic Hydrogen Valley, progetto il cui obiettivo è creare una filiera transfrontaliera dell’idrogeno tra Friuli Venezia Giulia, Croazia e Slovenia. “È stata una prima visita molto interessante – ha detto l’Ambasciatore Bar – e spero che potremo incrementare ed estendere le collaborazioni tra Area Science Park e l’ecosistema di innovazione di Israele”. Nel parco scientifico Alon Bar ha inoltre visitato l’ICGEB ed Elettra Sincrotrone Trieste.  
Dai nostri campus
20.01.2023
Evidenze di infezione da SARS-CoV-2 persistente nel tempo in pazienti apparentemente guariti dal COVID-19
Uno studio di un gruppo di ricercatori dell’Università di Trieste, del King’s College of London e dell’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB) di Trieste, pubblicato su Journal of Pathology, ha rivelato aspetti inattesi del danno polmonare causato dal virus Sars-CoV-2. Lo studio, coordinato da Mauro Giacca, docente di biologia molecolare dell’Università di Trieste, direttore della Scuola di Medicina Cardiovascolare al King’s College di Londra e Group Leader del laboratorio di Medicina molecolare in ICGEB, ha tratto vantaggio della pluriennale esperienza di Rossana Bussani dell’Istituto di Anatomia Patologica di ASUGI e docente di Anatomia Patologica dell’Università di Trieste, nell’esame autoptico dei pazienti deceduti all’ospedale del capoluogo giuliano. Il team di ricercatori, che include anche Chiara Collesi, docente di Biologia Molecolare dell’Università di Trieste, e Serena Zacchigna, docente di Biologia Molecolare dell’Università di Trieste e Group Leader del laboratorio di Biologia cardiovascolare in ICGEB, ha analizzato il tessuto polmonare di una particolare categoria di pazienti, ossia quelli apparentemente negativizzati dal virus, ma le cui condizioni cliniche si sono progressivamente aggravate fino a condurli alla morte con sintomi del tutto sovrapponibili a quelli di un’infezione acuta da SARS-CoV-2. La coorte dei pazienti analizzati, nonostante la ripetuta negatività virale fino a 300 giorni consecutivi, ha rivelato evidenza di polmonite interstiziale focale o diffusa, accompagnata da estesa sostituzione fibrotica nella metà dei casi. Assolutamente inattesi alcuni aspetti significativi dal punto di vista patologico: nonostante l’apparente remissione virologica, la patologia polmonare si è rivelata molto simile a quella osservata negli individui con infezione acuta, con frequenti anomalie citologiche, sincizi e la presenza di caratteristiche dismorfiche nella cartilagine bronchiale. Il secondo aspetto, forse ancora più inquietante, è legato all’assenza di tracce virali nell’epitelio respiratorio (coerente con la negatività del test molecolare), mentre sono state individuate nella cartilagine bronchiale e nell’epitelio ghiandolare parabronchiale la proteina Spike e quella del Nucleocapside virale, indispensabili rispettivamente all’infezione e alla replicazione del virus. Il distretto cartilagineo appare come un “santuario” che rende il virus non identificabile con alcuna delle metodiche di cui si dispone al momento. Insieme, questi i risultati indicano che l’infezione da SARS-CoV-2 può persistere significativamente più a lungo di quanto suggerito dai risultati negativi dei Test PCR, con segni evidenti d’infezione in specifici tipi di cellule nel polmone. Quale sia il ruolo effettivo di questa latente infezione a lungo termine nel quadro clinico della cosiddetta “sindrome del COVID lungo”, resta ancora da esplorare.
Comunicati Stampa Dai nostri campus
19.01.2023
Al via la prima rete quantistica inter-europea
La Quantum Key Distribution (QKD) è un protocollo in grado di fornire comunicazioni di dati sicure grazie alle leggi della fisica quantistica, proteggendo da potenziali attacchi: un eventuale tentativo di intercettare la chiave distribuita attraverso QKD lascerebbe, infatti, una traccia che consentirebbe di rilevare l’intrusione e di agire contro eventuali minacce alla riservatezza. Una dimostrazione pubblica di QKD è stata effettuata con successo durante la riunione dei ministri del G20 sulla digitalizzazione svoltosi a Trieste nel 2021 collegando, per la prima volta, tre Paesi diversi – Italia, Slovenia e Croazia – su una rete quantistica in fibra ottica: l’esperimento ha avuto esito positivo, mostrando la maturità del sistema tecnologico della QKD, e ponendolo sotto i riflettori per applicazioni commerciali nel breve termine. Oggi, la rivista Advanced Quantum Technologies ne riporta i risultati: l’esperimento ha rappresentato la prima dimostrazione pubblica di EuroQCI, l’innovativa rete europea per le comunicazioni quantistiche a cui l’Italia partecipa con la propria rete scientifica, dalle piccole e medie imprese fino a grandi gruppi industriali. EuroQCI, a cui l’Italia partecipa con il supporto del Consiglio nazionale delle ricerche e delle Università di Firenze e Trieste, unisce la fibra ottica commerciale a quella di satelliti dedicati: proteggerà i dati sensibili e le infrastrutture critiche, fornendo un ulteriore livello di sicurezza basato sulla fisica quantistica. Ciò migliorerà la sovranità digitale e la competitività industriale dell’Europa, diventando uno dei pilastri principali della nuova strategia di cybersecurity dell’UE per i prossimi decenni. Nel lavoro appena pubblicato, gli autori hanno dato il via all’iniziativa EuroQCI collegando Italia, Slovenia e Croazia, su una rete quantistica in fibra. La rete collega stabilmente Trieste a Fiume con un unico collegamento in fibra di 100 km, e a Lubiana tramite un trusted node a Postumia. La rete è realizzata grazie all’Università di Trieste, al gruppo Quantum Communications dell’Istituto nazionale di ottica (Ino) del Cnr di Firenze, alla Technical University of Denmark (DTU) e all’Università di Firenze nell’ambito del “Quantum FVG”, progetto finanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dalla Facoltà di Matematica e Fisica dell’Università di Lubiana, dall’Istituto Ruder Boškovi e dalla Facoltà di Scienze dei Trasporti e del Traffico di Zagabria. La realizzazione tecnica è stata curata da QTI srl – spin-off del Cnr e società partecipata Telsy – con il supporto di TIM, Sparkle, Telekom Slovenije, OIV – Digital signals and networks, Stelkom e Lightnet che hanno fornito l’infrastruttura in fibra ottica. L’evento di comunicazione quantistica è stato incoraggiato e sostenuto dalla Presidenza del G20 2021, dai Ministeri italiani MiSE e MAECI.
Comunicati Stampa Servizi per l'Innovazione
17.01.2023
Hannes Berger è il nuovo CEO di Dr. Schär
Hannes Berger è stato nominato CEO di Dr. Schär da Ulrich Ladurner, presidente dell’azienda leader mondiale nella nutrizione specifica. L’azienda, fondata in Alto Adige nel 1922, conta 18 sedi in 11 paesi, con più di 1.500 dipendenti. Dr. Schär, i cui prodotti sono disponibili in più di 100 paesi, ha il suo centro di ricerca R&D insediato in Area Science Park, dove attualmente lavorano 34 ricercatori. L’azienda quest’anno supererà la soglia dei 500 milioni di euro di fatturato e vuole continuare ad accelerare il business espandendosi in nuovi paesi e nuove categorie nutrizionali.  Hannes Berger ricopre posizioni chiave nell’azienda da quasi due decenni ed è un membro del Board of Directors dalla sua prima costituzione. Negli ultimi cinque si è dedicato allo sviluppo del mercato d’oltreoceano con il ruolo di CEO e presidente Nord America espandendo successivamente le sue responsabilità anche all’America Latina, il Regno Unito e l’Irlanda. Sotto la sua direzione il fatturato americano è cresciuto di più del doppio diventando uno dei paesi chiave dell’azienda, con continui investimenti per l’espansione dei siti produttivi locali.   “Vogliamo continuare il percorso intrapreso con una persona al vertice che conosce bene l’azienda, da quasi due decenni, e che durante questo periodo l’ha plasmata in modo decisivo coprendo una posizione di leadership” ha affermato Ulrich Ladurner, presidente dell’azienda. “Siamo lieti di annunciare che Hannes Berger assumerà il ruolo di CEO di Dr. Schär e siamo certi che l’azienda sarà affidata a mani esperte e competenti”.
Comunicati Stampa Dai nostri campus
17.01.2023
IN-PLAN: facilitare la transizione energetica attraverso la pianificazione territoriale
I governi locali e regionali svolgono un ruolo fondamentale nel contrasto al cambiamento climatico: tuttavia, la mancanza di obiettivi vincolanti e di incentivi e la mancanza di un approccio sistemico, integrato e coerente alla pianificazione energetica e climatica ostacolano l’attuazione della transizione energetica. La pianificazione territoriale, influenzando la distribuzione di persone e attività, permette di creare un’organizzazione razionale dell’uso del suolo, armonizzando e collegando i suoi diversi utilizzi, in modo da equilibrare le esigenze di sviluppo con la necessità di proteggere l’ambiente, aumentare la resilienza e conseguire obiettivi sociali ed economici. La pianificazione territoriale può essere quindi una soluzione ai problemi che ora impediscono l’attuazione della transizione energetica a livello nazionale, regionale e locale. Dall’esigenza di diffondere questo nuovo approccio nasce il progetto europeo IN-PLAN, finanziato dal Programma LIFE, con l’obiettivo di conferire agli enti locali e regionali la capacità di utilizzare i piani territoriali per attuare politiche energetiche e climatiche, aumentando così il numero di progetti di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici e accrescendo l’efficienza energetica. IN-PLAN inizialmente rafforzerà le capacità di circa 50 agenzie europee per l’energia, per il clima e per lo sviluppo; in seguito, trasmetterà tali conoscenze ai governi locali e regionali, fornendo il sostegno necessario per attuare le pratiche integrate in materia di energia, clima e pianificazione territoriale. Entro 5 anni dalla fine del progetto, saranno quasi 700 le autorità pubbliche mobilitate, con conseguente sviluppo, attuazione e monitoraggio di piani integrati: ciò comporterà un notevole risparmio energetico, un aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili, una riduzione delle emissioni di CO2 e un aumento degli investimenti nella sostenibilità. Area Science Park è il partner di riferimento per l’Italia e metterà a disposizione del partenariato e dei beneficiari delle attività previste le proprie competenze nel campo della pianificazione della mobilità, energetica e climatica. Nel nostro territorio nazionale sono state individuate tre lighthouse, o “città faro”, che hanno già avviato un percorso di pianificazione integrata e che potranno sperimentare la metodologia di IN-PLAN con il supporto degli esperti di Area: si tratta dei Comuni di Narni, Padova e Prato. In Europa esistono già esempi di integrazione nell’ambito della pianificazione energetica e territoriale, come nella città di Lahti in Finlandia, ma sono sporadici, non sistematici e raramente legati a voci di bilancio locali e regionali. C’è quindi bisogno di adottare un approccio olistico: il progetto IN-PLAN (acronimo di Implementazione del Primo Principio di Efficienza Energetica nella Pianificazione Regionale) affronta questa necessità sviluppando e testando una nuova metodologia in Croazia, Irlanda, Italia, Romania e Svezia, che poi estenderà ad altri Stati membri e regioni dell’UE attraverso un programma di capacity building. “Comuni, città e regioni sono in prima linea nella lotta contro il cambiamento climatico, ma hanno bisogno di strumenti e metodi adeguati per essere efficaci” afferma Fabio Tomasi, Responsabile dell’Ufficio Sviluppo e Gestione Progetti di Area Science Park. “IN-PLAN si inserisce perfettamente nello sforzo comune dei Paesi e delle istituzioni europee per promuovere il ruolo della pianificazione territoriale e della governance nel contribuire agli obiettivi comuni dell’UE. Il progetto permetterà di lavorare in modo più efficace con gli strumenti e le procedure di pianificazione esistenti, in particolare con quelli relativi agli investimenti economici, all’ambiente, all’energia e ai trasporti.” Per maggiori informazioni: https://fedarene.org/project/in-plan/ Partners di IN-PLAN: REGEA – North-West Croatia Regional Energy Agency (Croatia), IEECP – Institute For European Energy And Climate Policy (Netherlands), UIV Urban Innovation Vienna (Austria) TUS – Technological University of the Shannon: Midlands Midwest (Ireland), EKV Innovatum Progress (Svezia), AREA – Area di Ricerca Scientifica e Tecnologica di Trieste (Italia), ALEA Agentia Locala Energiei Alba (Romania), TEA – Tipperary Energy Agency (Irlanda), FEDARENE – Federation Europeenne Des Agences Et Des Regions Pour L’Energie Et Environment (Belgio)
Comunicati Stampa Servizi per l'Innovazione
23.12.2022
Test4Digitalization seconda edizione: pubblicata la graduatoria dei progetti approvati
33 progetti approvati, 15 finanziati per intero, 1 parzialmente Sono 16 i progetti di trasformazione digitale che saranno finanziati dalla seconda edizione di Test4Digitalization, il bando promosso da Area Science Park nell’ambito delle attività del digital innovation hub IP4FVG, e che offre un contributo a fondo perduto per lo sviluppo di prototipi, demo, proof of concept (POC) o iniziative pilota nate a partire da esigenze concrete di trasformazione digitale delle imprese. Si è appena conclusa, infatti, la valutazione delle 33 candidature presentate dalle piccole e medie imprese regionali insieme ad aziende provider di tecnologie ICT nazionali e internazionali. Grazie a una dotazione complessiva di 400.000 € su fondi Sviluppo e Coesione FVG, la call, che si è chiusa lo scorso 21 novembre, consente di finanziare 15 progetti per intero, mentre il sedicesimo soltanto in misura parziale. L’idea alla base dell’iniziativa è quella di sostenere la fase iniziale del processo di digitalizzazione, prima di passare a un eventuale sviluppo su larga scala. Le aziende regionali che saranno finanziate provengono per la maggior parte dal settore manifatturiero (11), poi dal settore cultura e creatività (4), e infine dall’edilizia (1). Tutte hanno presentato un progetto da sviluppare in collaborazione con una o più imprese ICT nazionali o internazionali. I progetti finanziati utilizzeranno diverse tecnologie: dalla sensorizzazione all’automazione avanzata, dalla simulazione all’ottimizzazione, dall’AI all’integrazione dei processi, dal BIM al gaming. Scopri la graduatoria  
Servizi per l'Innovazione
23.12.2022
Festività di fine anno: giornate di chiusura dell’Ente e indicazioni sulle modifiche ai servizi
In occasione delle festività di fine anno, Vi informiamo che l’Ente resterà chiuso nelle giornate: 29 e 30 dicembre 2022; 2, 3, 4, 5 gennaio 2023. In queste giornate non sarà attivo il servizio protocollo; sempre attivo il servizio postale per gli Insediati dei Campus. Da 23 dicembre all’8 gennaio le sale del centro congressi resteranno chiuse e l’attività di prenotazione delle sale riprenderà dopo il 9 gennaio. Data la minor affluenza nei Campus di Area Science Park, inoltre, i servizi di ristorazione e bar subiranno alcune modifiche: chiusura bar ore 16:00 un solo self service aperto corner pizzeria chiuso venerdì 23/12 e 30/12 I nostri migliori auguri di buone feste e per un 2023 ricco di soddisfazioni. Lo Staff di Area Science Park
Dai nostri campus
20.12.2022
Riciclo delle imbarcazioni da diporto: allo studio un accordo di collaborazione fra il programma REFIBER e il consorzio francese ‘APER’
È sbarcato a Parigi REFIBER, il programma di ricerca di Area Science Park e Innovando srl per la realizzazione di una filiera nazionale del riciclo degli scafi delle imbarcazioni in vetroresina. L’occasione è stata quella della Fiera Nautica tenutasi negli scorsi giorni nella capitale francese, una delle più importanti del settore con i suoi 150.000 visitatori e 650 espositori. “Abbiamo incontrato i rappresentanti di ‘APER-Eco-organisme bateaux de plaisance’, il consorzio francese per la raccolta e la demolizione dei natanti e delle imbarcazioni da diporto che rappresenta oggi la migliore prassi europea del settore – spiega, Marcello Guaiana, presidente dell’Associazione Temporanea di Scopo che realizza il programma REFIBER -. Il nostro obiettivo è quello di trovare una convergenza tra la nostra iniziativa di ricerca e l’operatività di APER per una valutazione congiunta di tecnologie innovative per il riciclo dei materiali provenienti dalle demolizioni e le soluzioni per la sostituzione di materiali critici per migliorare la sostenibilità delle imbarcazioni”. La dismissione e la gestione dello smaltimento delle imbarcazioni da diporto a fine vita è un problema ambientale nonché socioeconomico molto rilevante. A oggi, infatti, in Italia non esiste ancora un modello strutturato di raccolta organizzata per la corretta gestione del fine vita delle imbarcazioni di lunghezza tra i 10 e 24 metri, basti pensare che negli ultimi dieci anni delle circa 10.000 imbarcazioni cancellate dai registri ufficiali solo una minima percentuale è gestita in modo corretto. REFIBER punta a realizzare un hub che possa concentrare e valorizzare i flussi di materiali derivanti dallo smantellamento degli scafi. Tra questi c’è la vetroresina, materiale a più strati composto da plastica e vetro, che con il 60% in peso rappresenta la frazione più abbondante e di più difficile trattamento. Un modello di gestione che il programma sta analizzando è quello, già consolidato in altri ambiti, dell’EPR-Extended Producer Responsibility, la responsabilità estesa del produttore, che prevede il coinvolgimento di produttori e distributori del settore. “Vogliamo contribuire in modo coordinato ad un’evoluzione armonizzata delle norme di settore a livello Europeo – sottolinea Ivana Lazarevic, vice direttrice generale di APER -. Attraverso la collaborazione sarà più facile condividere e concertare attività di comunicazione e sensibilizzazione nei confronti degli stakeholders nazionali ed internazionali”. In questa fase REFIBER si concentra sulle imbarcazioni da diporto, ma non si esclude la possibilità di aprire il sistema alla gestione anche dei natanti di lunghezza inferiore ai 10 metri. “Una migliore reciproca comunicazione potrà accelerare la realizzazione del programma REFIBER – auspicano Francesco Di Pierro e Cveta Majtanovic di Innovando – facendo tesoro dell’esperienza pluriennale acquisita da APER con operatori privati e istituzioni pubbliche, potenziando la condivisione di buone pratiche operative”. “Nel medio termine – conclude Matilde Cecchi di Area Science Park – si potranno valutare le condizioni ottimali per promuovere e attuare iniziative collaborative e progetti di ricerca finalizzati a sperimentare nuove tecnologie per rendere il settore della nautica più sostenibile”.
Comunicati Stampa Servizi per l'Innovazione
19.12.2022
All’Università del Salento incontro tra i team di ricerca di BIO Open Lab
  Due giorni per consolidare le reti di collaborazione avviate tra i gruppi di ricerca e per presentare le attività dei giovani assegnisti: si è tenuto nei giorni scorsi all’Università del Salento un incontro di “BIO Open Lab”, progetto che potenzia l’infrastruttura di ricerca distribuita CERIC-ERIC (Central European Research Infrastructure Consortium) realizzando un sistema integrato di attrezzature e strumentazioni di ricerca dedicate a indagini nel settore della ricerca biologica e biomedica. L’incontro è stato ospitato dal Dipartimento di Matematica e Fisica “Ennio De Giorgi” ed è stato introdotto dai professori Lucio Calcagnile e Rosaria Rinaldi, coordinatori di sede del progetto. Accanto a UniSalento, protagonisti i partner Area Science Park e Università degli Studi di Salerno. Gli interventi dei relatori – dottorandi, assegnisti, ricercatori e professori – hanno riguardato l’utilizzo del microscopio Holo-TEM, strumento di punta situato presso il Dipartimento di Matematica e Fisica “Ennio De Giorgi” UniSalento, che ha previsto il singolo più ampio investimento pari a 4,35 milioni di euro; le tecniche innovative di spettrometria di massa applicate nei laboratori del Campus di Baronissi dell’Università di Salerno; i risultati conseguiti dal Laboratorio di Data Engineering (LADE) di Area Science Park. Il prossimo incontro del progetto si svolgerà nel corso del primo semestre del 2023 presso l’Università degli Studi di Salerno. “BIO Open Lab” sviluppa un sistema a supporto dell’indagine clinica, racchiudendo idealmente il percorso della conoscenza del singolo attore molecolare (proteina o metabolita), partendo dalla sua analisi strutturale tramite esperimenti di biologia strutturale con microscopia olografica elettronica, passando attraverso la sua mappatura istologica con tecniche di imaging mediante spettrometria di massa fino ad arrivare alle metodologie di indagine genomica ed epigenomica che hanno come focus il “sistema di controllo” di tutto il meccanismo di espressione proteica. Il progetto aumenta notevolmente le capacità scientifiche dell’infrastruttura nel settore delle scienze della vita, offrendo agli scienziati la possibilità di accedere a strumentazioni all’avanguardia con la possibilità di sviluppare nuove tecniche e nuovi paradigmi, con un notevole impatto sull’efficienza ed eccellenza della ricerca biologica. Il progetto è approvato all’interno del PON Ricerca e Innovazione 2014-2020 e cofinanziato dall’Unione Europea tramite il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale.  
Bioopenlab CERIC Comunicati Stampa Infrastrutture di ricerca
12.12.2022
Mobilità urbana e cambiamenti climatici: il report realizzato da Area Science Park nell’ambito del progetto europeo Urban Transports
La regione mediterranea si riscalda il 20% più velocemente rispetto ad altre regioni del mondo e le autorità locali sono in prima linea nelle azioni per l’adattamento e la mitigazione dei molteplici impatti del cambiamento climatico. Per questo è nata la Urban Transports Community, finanziata dal Programma Interreg MED che promuove la pianificazione della mobilità urbana sostenibile nella regione euromediterranea come strumento efficace per ridurre le emissioni di carbonio e migliorare la qualità di vita della popolazione e dell’ambiente. La Urban Transports Community ha pubblicato a supporto delle autorità locali una selezione di strumenti e soluzioni con il più alto potenziale di replicabilità nella piattaforma MedUrbanTools (gestita da MedCities). Questi strumenti sono stati progettati, implementati e testati grazie a quasi 200 organizzazioni partner (autorità pubbliche, associazioni, pianificatori della mobilità, università e organizzazioni internazionali, tra gli altri) attive in 12 Paesi europei. La Urban Transports Community è nata da un progetto guidato da MedCities (Barcellona, Spagna), in collaborazione con UNIMED Mediterranean Universities Union (Roma, Italia), Area Science Park (Trieste, Italia), CODATU (Lione, Francia), CIVINET CY- EL (Cipro-Grecia), POLIS, Cities and Regions for transport innovation (Bruxelles, Belgio) e Comune di Durazzo (Durazzo, Albania). Nell’ambito del progetto Urban Trasnports gli esperti di Area Science Park hanno sviluppato diversi report che costituiscono per i decisori politici e i pianificatori urbani delle guide di riferimento e una base scientifica su cui basare la pianificazione della mobilità e delle infrastrutture ad essa connesse. L’adattamento della mobilità urbana ai cambiamenti climatici è il tema di uno di questi policy brief, che verrà presentato mercoledì 14 dicembre durante l’evento “Mediterranean cities and climate change: making the urban transport sector more resilient and less impactful”. Il report descrive i principali impatti dei cambiamenti climatici sulla mobilità urbana con l’obiettivo di sensibilizzare i decisori politici, suggerendo possibili soluzioni per minimizzarne gli effetti e rendere il sistema della mobilità più resiliente al cambiamento climatico. Nei prossimi decenni le infrastrutture di trasporto saranno infatti esposte a un numero crescente di sfide e di minacce derivanti dagli impatti climatici: la gestione delle infrastrutture esistenti, nonché la progettazione di nuove che dovranno durare nel tempo, richiede la presa in considerazione di parametri e condizioni ambientali, climatiche e socio-economiche nuove rispetto a quelle utilizzate in passato. “Le linee guida sono state redate dopo aver fatto interagire un gruppo multidisciplinare di esperti internazionali su questa tematica nell’ambito di tre workshop che hanno permesso al team di progetto di comprendere meglio tutti gli aspetti di questa tematica senza trascurare alcun elemento. – afferma Fabio Tomasi, responsabile dell’Ufficio Sviluppo e Gestione Progetti di Area Science Park – Se infatti ridurre le emissioni clima alteranti dei trasporti resta la priorità bisogna prendere atto che il cambiamento climatico è già una realtà che sta portando ad eventi climatici sempre più estremi e sempre più frequenti. Di conseguenza è necessario comprendere quale sarà l’impatto climatico specifico sul proprio territorio e poi agire di conseguenza per adeguare le infrastrutture e ripianificare i servizi di mobilità per renderli meno vulnerabili ad eventi estremi.” Nel corso del progetto Area Science Park ha realizzato altri due report verticali su tecnologie, il primo dei quali sull’analisi dei trend tecnologici relativi alle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici Le colonnine di ricarica non sono infatti l’unica soluzione tecnologica possibile, soprattutto se prendiamo in considerazione veicoli più pesanti, come bus o camion, o più leggeri, come gli scooter: per ogni soluzione tecnologica è stato quindi analizzato il grado di maturazione, i vantaggi e gli svantaggi e i possibili ambiti di applicazione. L’altro riguarda la diffusione di veicoli a guida autonoma sulle città. La diffusione di veicoli a guida autonoma e condivisi potrebbe avere un effetto rivoluzionario sulla mobilità offrendo grandi opportunità ambientali, economiche e sociali, ma anche ponendo nuove sfide e problematiche. Quanto agli altri “Policy brief” prodotti nell’ambito di Urban Transports oltre a quello che sarà presentato il 14 dicembre, questi i temi: Promozione della mobilità dolce nel Mediterraneo, Turismo e mobilità nel Mediterraneo, E-Mobility in the Mediterranean. I report sono consultabili qui.
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02.12.2022
Avviata la sperimentazione della app “AreaBurlo” realizzata dall’Ircss Burlo Garofolo e Area Science Park
La comunicazione in sanità oggi non può più basarsi solo sui mezzi tradizionali, ma deve trovare il modo di innovarsi e sfruttare le potenzialità dei new media, avvicinandosi il più possibile alle esigenze e modalità comunicative dei suoi utenti per perseguire i migliori risultati di salute. Partendo da questo principio è nato un progetto che vede protagonisti l’Irccs Materno Infantile “Burlo Garofolo”e Area Science Park che hanno portato alla creazione di una App medicale la cui sperimentazione è appena partita. Il progetto nasce nell’ambito di una convenzione siglata tra Burlo e Area Science Park che lo finanzia su fondi del progetto “Sistema Argo”, oggetto del protocollo di intesa tra Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, Ministero dello Sviluppo Economico e Regione Fvg. Obiettivo della collaborazione è la creazione di un Ecosistema digitale utile al rafforzamento dell’offerta di servizi a sostegno della collaborazione tra professionisti e dell’interazione tra professionisti e cittadini. Lo strumento è rivolto alla salute della donna, del bambino e dell’adolescente che afferiscono all’Ircss, ma ha già le caratteristiche utili per essere successivamente impiegato in contesti più ampi di riorganizzazione sanitaria regionale. Il lavoro è partito con uno studio – pubblicato sulla prestigiosa rivista Journal of Medical internet Research e condotto da un team multidisciplinare di professionisti del Burlo, dell’ateneo triestino e di Area Science Park – sulle principali applicazioni disponibili in Italia che ha dimostrato come il delicato periodo della gravidanza e del post partum renda i genitori bisognosi di informazioni chiare, semplici e rassicuranti che spieghino cosa sia meglio fare per tutelare mamma e bambino. Inoltre, è emerso che molto di frequente gli strumenti digitali risultano generalmente incompleti e poco affidabili, rischiando di fuorviare il corretto comportamento su tematiche importanti per la salute di future mamme e neonati. «Abbiamo analizzato 22 delle numerose applicazioni disponibili in Italia, escludendo quelle a pagamento, commerciali o contenenti esclusivamente giochi, foto e video – spiega Laura Brunelli, primo autore dello studio e studentessa del dottorato di ricerca in Scienze della Riproduzione e dello Sviluppo dell’Università di Trieste, svolto presso l’Irccs “Burlo Garofolo”, sotto la guida della professoressa Tamara Stampalija – prendendo in considerazione vari aspetti come linguaggio, affidabilità, completezza delle informazioni e dei temi trattati. Nessuna delle applicazioni appare certificata come dispositivo medico, ponendo in dubbio la sicurezza dello strumento stesso; inoltre, spesso sono assenti i riferimenti alle fonti e ai responsabili scientifici, il che non rassicura sull’accuratezza dei contenuti». «La scelta di monitorare le applicazioni disponibili sul mercato digitale è nata dall’esigenza di comprendere le necessità e le migliori modalità alla base dello sviluppo di strumenti digitali completi ed efficaci; in questo modo è stato possibile costruire un modello di strumento digitale per veicolare informazioni certificate e rivolto verso l’interattività: questo il valore aggiunto dell’innovazione tecnologica che ha un ruolo di facilitatore e abilitatore di tecnologie» dichiarano Sara Zanchiello e Anja Starec, tecnologi di Area Science Park, che aggiungono «La forza del progetto sta nella multidisciplinarietà del gruppo di lavoro messo in campo dai due enti: conoscenze organizzative, di processo, clinico-assistenziali, abilità ingegneristiche e rigore metodologico e scientifico si sono fuse per dare vita a un vero e proprio laboratorio digitale». Numerosi professionisti dei due Enti hanno lavorato assieme per realizzare l’app denominata “AreaBurlo” la cui sperimentazione è cominciata negli scorsi giorni e sta coinvolgendo 270 soggetti che ne valuteranno le funzionalità e l’efficacia. Il progetto infatti vedrà coinvolte nella sperimentazione 360 persone per il percorso nascita e 180 persone a supporto della presa in carico della famiglia nel percorso peri-operatorio pediatrico (bambini e ragazzi sottoposti a intervento di tonsillectomia o adenotonsillectomia con o senza applicazione di drenaggio timpanico). La soluzione in fase di sperimentazione insiste su una piattaforma informatica accessibile online e certificata medicale secondo le normative europee.
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