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15.06.2023
Materiali quantistici: così si “avvolgono” gli elettroni
Una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Physics rivela un nuovo metodo per raggiungere una più profonda conoscenza dei materiali quantistici.
Grazie a una tecnica sperimentale che sfrutta la luce di sincrotrone, infatti, un team internazionale di ricercatrici e ricercatori -di cui fanno parte per l’Italia, l’Istituto officina dei materiali del Consiglio nazionale delle ricerche di Trieste (Cnr-Iom), l’Università di Bologna, le Ca‘ Foscari di Venezia, Statale di Milano e l’Università di Bologna– ha potuto misurare “l’avvolgimento” degli elettroni, proprietà che determina alcune particolari caratteristiche dei materiali, dalla cui comprensione dipenderà la possibilità di impiegarli in applicazioni avanzate future.
Lo studio, condotto presso il Sincrotrone Elettra di Trieste, ha coinvolto anche studiosi dell’Università di Würzburg (Germania), dell’Università di St. Andrews (Regno Unito), del Boston College e dell’Università di Santa Barbara (Stati Uniti).
“Le proprietà quantistiche dei materiali determinano i comportamenti degli elettroni, tra cui il loro “avvolgimento topologico”, cioè la curvatura dello spazio in cui si muovono nella materia”, spiega Ivana Vobornik, ricercatrice del Cnr-Iom di Trieste. “Studiando tale proprietà si può risalire alle proprietà quantistiche di un certo materiale, e arrivare così a una comprensione più approfondita per applicazioni in svariati campi tecnologici, dalle energie rinnovabili alla biomedicina, dall’elettronica ai computer quantistici”.
In particolare, il team si è concentrato su una classe di materiali, detti “materiali Kagome”: il nome deriva dalla stretta somiglianza con la trama di fili di bamboo dei tradizionali cesti giapponesi. “Questi materiali stanno rivoluzionando la fisica quantistica grazie alle loro proprietà magnetiche, topologiche e superconduttive: per questo la comprensione delle loro proprietà è strategica”, aggiunge la ricercatrice. “Per misurare la caratteristica dell’avvolgimento degli elettroni è stata utilizzata una tecnica sperimentale utilizzabile solo sfruttando la luce di sincrotrone: in questo caso, le misure sono state fatte presso Elettra Sincrotrone Trieste. Determinante, inoltre, è stata la sinergia con l’analisi teorica e con l’utilizzo di potenti supercalcolatori: grazie alle simulazioni teoriche infatti, è stato possibile guidare gli esperimenti verso la specifica zona del materiale in cui si manifestano le proprietà oggetto dello studio”.
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Dai nostri campus
09.06.2023
Il Ministro Bernini in Area Science Park: Trieste e la sua comunità scientifica protagonisti importanti per l’innovazione e la diplomazia dell’Italia
“Area Science Park è un crocevia di capacità, intelligenze, competenze globali, ma soprattutto italiane. È un luogo in cui si concentra la nostra capacità di saper fare bene. Attorno a questa area cresce e si rafforza la nostra comunità scientifica. Una comunità che ci mostra ogni giorno di più quanto possa essere potente la cooperazione accademica sia per l’innovazione dell’Italia, sia come strumento diplomatico con i partner internazionali”. Queste le parole del Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, in visita oggi all’Area Science Park dove è stata accolta dalla Presidente dell’ente di ricerca, prof. Caterina Petrillo, e dal Direttore Generale Anna Sirica. Presenti anche l’Assessore regionale alla Ricerca, Alessia Rosolen, il Sindaco di Trieste, Roberto Di Piazza, il Prefetto, Pietro Signoriello, e i rappresentanti delle istituzioni scientifiche e tecnologiche del SiS FVG, il Sistema Scientifico e dell’Innovazione del Friuli Venezia Giulia.
A illustrare al Ministro Bernini le principali attività, le priorità strategiche e le prospettive di sviluppo futuro dell’ente di ricerca, la Presidente Petrillo, che si è focalizzata sugli investimenti che Area Science Park sta facendo nel campo delle infrastrutture di ricerca e tecnologiche. “Siamo molto contenti che il Ministro dell’Università e della Ricerca abbia accolto l’invito a visitare il nostro ente e incontrare i rappresentati delle realtà del Sistema Scientifico e dell’Innovazione della Regione Friuli Venezia Giulia” ha commentato la Presidente Caterina Petrillo a latere dell’incontro con la delegazione ministeriale “Area Science Park è ente nazionale di ricerca vigilato dal MUR con caratteristiche e competenze uniche maturate in 45 anni di esperienza nel campo della ricerca e dell’innovazione a servizio del territorio. Oggi, grazie anche ai finanziamenti del PNRR del Mur, l’ente compie un ulteriore passo avanti investendo in nuove strumentazioni all’avanguardia e attirando giovani talenti. Stiamo, infatti, lavorando, assieme ad altri partner nazionali, alla finalizzazione di due infrastrutture di ricerca una dedicata allo studio dei patogeni, un’altra allo studio dei materiali innovativi”.<
Il Ministro ha poi avuto modo di visitare alcune delle realtà imprenditoriali e scientifiche più significative attive nel parco scientifico di Area Science Park, a cominciare da modefinance, società dalla doppia anima tecnologica e finanziaria, oggi parte del gruppo TeamSystem. Modefinance è un’azienda nativa Fintech, nata nel 2009 come spin-off dell’Università di Trieste e incubata in Area Science Park, che sviluppa soluzioni di Intelligenza Artificiale e data science per la valutazione e la gestione del rischio di credito.<
È stata poi la volta dell’ICGEB (International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology), un’organizzazione intergovernativa con 45 laboratori all’avanguardia su tre Continenti. Forma una rete interattiva con 68 Stati membri, con operazioni allineate a quelle del Sistema delle Nazioni Unite. Svolge un ruolo chiave nelle biotecnologie promuovendo l’eccellenza della ricerca, la formazione e il trasferimento tecnologico all’industria, per contribuire concretamente allo sviluppo globale sostenibile. All’ICGEB, accolta dal Direttore Generale del centro Lawrence Banks, il Ministro ha visitato i laboratori di Virologia dei tumori, Batteriologia, e Biologia funzionale della cellula.
Nel pomeriggio la delegazione ministeriale si è spostata nel campus di Basovizza, dove il Ministro Bernini ha visitato il Laboratorio di Genomica ed Epigenomica (LAGE) di Area Science Park, centro di riferimento di rilevanza nazionale nel campo della genomica ed epigenomica ed elemento fondamentale della Piattaforma dedicata alle Scienze della vita, un’infrastruttura di ricerca aperta, in grado di fornire know-how e servizi finalizzati a test sperimentali e progetti di ricerca applicata e industriale, e che sarà ulteriormente potenziata grazie ai fondi PNRR del Mur.
Tappa successiva i laboratori di R&D di Alifax, una delle più importanti società italiane specializzate nello sviluppo, produzione e distribuzione di strumentazione diagnostica clinica per l’automazione di laboratorio, caratterizzata da un forte orientamento verso la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica sostenuta da un programma costante di investimenti.
Prima di lasciare i campus di Area Science Park, il Ministro ha visitato Elettra Sincrotrone Trieste, la sorgente italiana di luce di sincrotrone di terza generazione al servizio della comunità scientifica e industriale nazionale e internazionale. A Elettra si affianca dal 2010 il Free Electron Laser FERMI, una delle poche sorgenti laser di questo tipo oggi in funzione nel mondo, capace di osservare i fenomeni ultraveloci e, nello stesso tempo, microscopici che avvengono a livello atomico e molecolare.
L’intensa giornata del Ministro si è conclusa con la visita alla nave rompighiaccio “Laura Bassi” dell’OGS – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale.
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Dai nostri campus
22.05.2023
La produzione di proteine per la scienza, la medicina, l’industria
Le proteine sono i mattoni della vita, svolgono una vasta gamma di compiti e sono tra le molecole biologiche più complesse e variegate che si conoscono. Comprendere i meccanismi che ne regolano la funzione è fondamentale in ogni settore delle scienze della vita, anche in quelli emergenti come la medicina personalizzata. Le proteine vengono inoltre utilizzate in processi biotecnologici industriali, un settore che riveste sempre maggiore interesse.
Le tecnologie più all’avanguardia per la produzione di proteine sono il tema dell’evento del network Protein Production and Purification Partnership in Europe (P4EU), organizzato fra oggi e domani a Trieste in Area Science Park da Elettra Sincrotrone Trieste – primo membro italiano ad entrare nella rete – in collaborazione con ICGEB e con il patrocinio di Area Science Park e in collaborazione con la rete Enterprise Europe Network.
P4EU è una rete professionale internazionale che unisce più di 150 esperti nelle biotecnologie relative ai vari aspetti della produzione e caratterizzazione di proteine, il cui scopo è favorire lo scambio di informazioni, tecnologie e processi all’avanguardia. La maggior parte dei membri sono ricercatrici e ricercatori internazionali che operano in laboratori e piattaforme tecnologiche attive in ambienti accademici come università o istituti di ricerca, ma la rete conta anche un buon numero di aziende.
“Poter produrre proteine in laboratorio è un’esigenza trasversale che interessa un ampio settore di studi e applicazioni – spiega Paola Storici, ricercatrice di Elettra Sincrotrone che gestisce il laboratorio di produzione di proteine – Per ottenere proteine in provetta ci si avvale di tecniche biotecnologiche che permettono di produrre proteine altamente pure e funzionali, utili ad essere utilizzate come mezzo o strumento di ricerca, ma anche come farmaci biologici. La rete è sorta spontaneamente nel 2011 ed è gestita su base volontaria dai membri che si ritrovano almeno una volta all’anno per visitare le rispettive sedi e confrontarsi sulle nuove scoperte della ricerca del settore, discutere di tecnologie emergenti e affrontare quesiti irrisolti”.
All’evento, che ha raggiunto la sua 19ma edizione, parteciperanno più di 80 ricercatori provenienti da importanti laboratori europei e non solo (ospiti anche da Israele e USA) e si discuterà dei metodi di avanguardia per produrre sistemi multi-proteici molto complessi e difficili da ottenere, essenziali per studiare, grazie alla crio-microscopia elettronica, i meccanismi molecolari della cellula. Inoltre, si parlerà di proteine prodotte in piante o in lattobacilli probiotici che sono di crescente interesse in un’ottica di sostenibilità e benessere.
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Dai nostri campus
19.05.2023
Dr. Schär R&D Centre: 20 anni di continua ricerca e innovazione nutrizionale
Sono 20 le candeline che, con orgoglio, spegne il Dr. Schär R&D Centre di Trieste, fiore all’occhiello di Dr. Schär, multinazionale leader nell’alimentazione senza glutine e per specifiche esigenze nutrizionali. Un traguardo importante festeggiato all’insegna dell’innovazione con una conferenza internazionale dedicata alla dieta chetogenica come soluzione terapeutica di successo per condizioni quali ad esempio l’epilessia farmaco-resistente, che si terrà oggi presso l’Area Science Park di Padriciano (Trieste) dalle 13.45 e domani dalle 08.25.
La spinta verso la ricerca è da sempre la cifra distintiva di Dr. Schär e la leva che ha portato l’azienda a diventare, da pioniere del senza glutine, leader nelle soluzioni nutrizionali specifiche. Un’evoluzione in cui il Centro Ricerche, sito nell’Area Science Park di Trieste e guidato dalla dottoressa Virna Cerne, ha avuto un ruolo da protagonista.
20 anni fa è stata fatta la scelta di insediare la Ricerca & Sviluppo in questo Parco Scientifico e di investire maggiormente in essa. Immergendo la Ricerca & Sviluppo in un contesto di ricerca scientifica, l’azienda ha avuto la possibilità di crescere in ambito dell’Innovazione e diventare leader nel settore.
Dai laboratori ai siti produttivi, dal campo alla filiera cerealicola, il team si impegna con passione e dedizione allo studio di nuove soluzioni alimentari nel campo del gluten-free, dell’alimentazione aproteica e dei prodotti chetogenici, ponendo grande attenzione ai temi della sostenibilità, della biodiversità e alla promozione dei cereali minori.
“Il momento del pasto non deve essere di privazione ma di condivisione e gioia. In questi 20 anni abbiamo quindi lavorato per migliorare la vita delle persone che, per esigenze di salute, devono seguire un regime dietetico specifico – commenta Virna Cerne, Senior Director of Global Research & Development del R&D Centre di Dr. Schär – Il ventesimo anniversario del Dr. Schär R&D Centre rappresenta per noi un momento importante per celebrare quanto abbiamo raggiunto finora, ma anche per porci obiettivi futuri. Siamo pronti ad affrontare le sfide e le opportunità che verranno”.
Sono infatti tanti i progetti di ricerca in corso che spaziano dalla chimica alimentare alle biotecnologie, dall’agronomia alla selezione di materie prime, al packaging fino all’individuazione di nuove tecnologie per gli impianti di produzione. Un approccio a 360 gradi che ha permesso al Dr. Schär R&D Centre di diventare un punto di riferimento e un modello di eccellenza.
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Dai nostri campus
10.05.2023
Eco-innovazione: da Area Science Park uno studio che confronta le metodologie per individuare i brevetti verdi
I brevetti verdi sono validi strumenti per misurare l’eco-innovazione, l’innovazione tecnologica che mira alla riduzione dell’impatto negativo sull’ambiente e a un uso efficiente delle risorse. L’ eco-innovazione, detta anche innovazione verde, riduce al minimo gli sprechi, il riscaldamento globale, l’uso dell’acqua, l’inquinamento dell’aria, l’uso di carbone e petrolio, e promuove il risparmio energetico.
Uno degli indicatori per misurare l’eco-innovazione è costituito dal numero di brevetti verdi depositati (per azienda o per nazione, a seconda dell’obiettivo dello studio). Alcuni ricercatori di Area Science Park, guidati da Marinella Favot, in uno studio pubblicato su Resources, Conservation & Recycling Advances, hanno individuato le tre metodologie disponibili per identificare i brevetti verdi e le hanno applicate a due grandi set di brevetti depositati presso l’autorità italiana (UIBM) e presso l’autorità europea (EPO) e ne hanno confrontato i risultati.
Le tre metodologie disponibili per identificare brevetti verdi basati sulla classificazione del codice sono ENV-TECH (sviluppato da OCSE), IPC Green Inventory (WIPO) e Y02/Y04S Schema di etichettatura (EPO). Oltre ad individuarle, i ricercatori hanno sistematizzato i codici verdi per ciascuna di esse e hanno sviluppato gli algoritmi per il loro aggiornamento periodico. Inoltre, grazie al confronto effettuato sui set di brevetti depositati da titolari italiani nel periodo 2011-2020 presso l’autorità europea (EPO), i ricercatori hanno osservato come le tre metodologie si sovrappongano solo parzialmente (nel 22,47% dei casi) e sono giunti alla conclusione che al fine di identificare i brevetti verdi di un dataset sia consigliabile l’utilizzo di tutte le metodologie applicabili, procedendo poi con il confronto dei risultati.
Lo studio è stato sviluppato nell’ambito di Innovation Intelligence, il progetto di Area Science Park che sperimenta un nuovo approccio di raccolta, filtro, elaborazione e interrogazione dei dati sulle imprese di capitale del Friuli Venezia Giulia, con focus particolare sull’innovazione.
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Servizi per l'Innovazione
02.05.2023
Il premio Mexicanos Distinguidos 2022 a Diana Eva Bedolla Orozco, ricercatrice di Area Science Park presso Elettra Sincrotrone Trieste
Diana Eva Bedolla Orozco, fisica ricercatrice di Area Science Park distaccata presso Elettra Sincrotrone Trieste, ha ricevuto il premio Mexicanos Distinguidos 2022 per la carriera professionale. Il premio viene riconosciuto annualmente dal Ministero messicano degli Affari Esteri attraverso l’Istituto dei Messicani all’Estero (IME), alle messicane e ai messicani con una carriera di rilievo residenti da almeno 5 anni al di fuori dei confini nazionali. Nel 2022 l’IME ha voluto conferire questo premio ai connazionali che si siano distinti per la loro carriera nei settori della scienza e della tecnologia per promuovere e incoraggiare l’aumento delle donne che partecipano alle carriere scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (STEM).
Diana Eva Bedolla Orozco lavora a Elettra Sincrotrone Trieste come scienziata postdoc di Area Science Park, presso la beamline SISSI-Bio dove si occupa di studiare quesiti scientifici (principalmente biologici) con spettroscopia infrarossa. Arrivata a Trieste dal Messico dopo la laurea in Fisica con una borsa di studio dell’ICTP per un master di due anni in sistemi complessi, i suoi studi sono continuati con il dottorato in neuroscienze alla SISSA (Scuola Internazionale e di Studi Superiori Avanzati) che ha indirizzato le sue ricerche verso le tecniche di sincrotrone applicate ad una combinazione di tecniche (dai raggi X agli IR) riguardanti biologia, chimica, scienze dei materiali, medicina, che da allora ha messo in pratica a Elettra Sincrotrone Trieste (anche grazie a UniTS ed Area Science Park) e in altri laboratori in giro per il mondo. Nella sua prossima avventura gestirà un progetto ideato e formulato da lei stessa, che ha vinto tre anni di finanziamento europeo Marie Sklodowska Curie MSCA per studiare la demenza frontotemporale ed altre malattie neurodegenerative attraverso la spettroscopia vibrazionale, mettendo in collaborazione anche ICGEB, Monash University (Melbourne, Australia) e lo Spedali Civili di Brescia.
La premiazione si è tenuta al Teatro Miela il 17 aprile 2023, in una cerimonia alla quale hanno partecipato l’Ambasciatore del Messico in Italia, Carlos García de Alba, il Console Onorario a Trieste, Graziano Bertogli, la Presidentessa della Rete Globale dei Messicani Qualificati all’Estero, Elisa Díaz, e i membri della comunità messicana residente a Trieste e nella regione nord-occidentale del Friuli Venezia Giulia. L’evento è stato organizzato in occasione della visita a Trieste della Console Generale del Messico a Milano, Maria de los Angeles Arriola Aguirre per l’inaugurazione ufficiale del Consolato Onorario del Messico a Trieste.
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Dai nostri campus
26.04.2023
Test in orbita delle tecnologie PICOSATS a bordo del vettore satellitare ION di D-Orbit
PICOSATS ha annunciato oggi la firma di un contratto con la società di trasporto logistico spaziale D-Orbit per la dimostrazione in orbita del transponder RADIOSAT e dell’antenna BEAMSAT, entrambi in banda K/Ka, a bordo di ION. ION Satellite Carrier è un veicolo multiuso in grado di effettuare il trasporto di satelliti, l’hosting di carichi utili e servizi avanzati di edge computing in orbita in un’unica missione.
Le tecnologie che verranno validate trovano utilizzo nel campo delle telecomunicazioni satellitari d’avanguardia, offrendo, grazie alle loro elevate frequenze di operazione, alte velocità di comunicazione e possibilità di trasferimento di una considerevole mole di dati in tempi ridotti. La missione è prevista per ottobre 2023 in orbita eliosincrona, a un’altitudine di circa 500-600 km.
“Questa opportunità consentirà a PICOSATS di ottenere flight heritage e di entrare nel mercato delle apparecchiature SATCOM con prodotti validati in ambiente operativo reale”, ha dichiarato Arianna Cagliari, VP Business Development.
Fondata nel 2014 come spin-off dell’Università di Trieste, PICOSATS è un’azienda impegnata nella ricerca, nello sviluppo e nella commercializzazione di sistemi di telecomunicazione all’avanguardia per il mercato dei piccoli satelliti e non solo. Il crescente utilizzo di piccoli satelliti in orbite basse per le comunicazioni satellitari e la congestione dello spettro hanno richiesto lo sviluppo di sistemi di telecomunicazione miniaturizzati ad alta frequenza e PICOSATS ha colto l’opportunità di entrare in questo mercato in rapida espansione.
PICOSATS sta attualmente testando in ambiente operativo due transponder progettati per CubeSats e piccoli satelliti, uno in banda K/Ka e uno in banda Ku per applicazioni in orbita geostazionaria. Lo sviluppo di questi prodotti si avvale del know-how acquisito dall’azienda grazie alle varie opportunità offerte dalle Agenzie Spaziali Europea e Italiana. Oltre ai transponder, PICOSATS ha sviluppato anche antenne a tromba in banda K/Ka e Ku e un’antenna a doppio riflettore in banda V per piccoli satelliti.
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Dai nostri campus
26.04.2023
Cnr: accordo quadro con Elettra Sincrotrone Trieste siglato in occasione del centenario
Si è svolto lo scorso venerdì a Trieste l’evento pubblico “La scienza è aperta” organizzato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) per celebrare il centesimo anniversario dalla sua fondazione, avvenuta il 18 novembre 1923. All’evento, organizzato in collaborazione con Elettra Sincrotrone Trieste, Area Science Park, Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) e il Conservatorio G. Tartini, e svoltosi con il patrocinio del MUR e la Presidenza del Consiglio dei Ministri, hanno partecipato la Presidente del CNR, Prof.ssa Maria Chiara Carrozza, il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, il dott. Stefano Fabris, Direttore dell’Istituto CNR Officina dei Materiali, il Prof. Alfonso Franciosi, Presidente e Amministratore Delegato di Elettra Sincrotrone Trieste e il dott. Diego Arocchi, vicedirettore di Area Science Park.
“Occorre pensare al concetto di scienza aperta come a un valore aggiunto, in quanto favorisce la circolazione della conoscenza all’interno del mondo scientifico e perché permette di farla arrivare a un pubblico sempre più vasto, accelerando le sue ricadute sulla società”, ha dichiarato la Presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza, presente all’intera giornata. “La comunità del Cnr da anni è impegnata in azioni che puntano alla realizzazione dei principi dell’open science, attraverso la messa a disposizione di strumenti e risorse di condivisione della conoscenza e mediante la partecipazione a iniziative ed eventi di avvicinamento al grande pubblico come quello di oggi qui a Trieste, in cui cittadini e giovani possono entrare nei laboratori e vedere da vicino cosa significa fare ricerca”.
Sull’importanza del concetto di scienza aperta si è dichiarato d’accordo il direttore dell’Istituto officina dei materiali (Cnr-Iom), Stefano Fabris, che ha spiegato: “abbiamo pensato di centrare questa giornata celebrativa sul tema della scienza aperta perché questa è una delle caratteristiche più distintive del modo in cui il Cnr contribuisce al successo del sistema scientifico del Friuli Venezia Giulia, con un modello basato su una grande ricchezza di competenze, di infrastrutture e di laboratori che viene messa a disposizione della comunità scientifica nazionale ed internazionale per abilitare la realizzazione di progetti collaborativi centrati sulle grandi sfide scientifiche e tecnologiche”.
“Il Cnr è per Area Science Park un partner strategico con cui sviluppare progetti su tematiche condivise e complementari”, ha dichiarato Diego Arocchi, in rappresentanza della Presidente di Area Science Park Caterina Petrillo, ricordando le sinergie e i rapporti tra i due enti. “Tra le numerose iniziative a cui lavoriamo assieme, di grande rilievo sono due progetti PNRR finanziati dal MUR: PRP@CERIC, per un’infrastruttura di ricerca altamente specializzata unica in Europa, finalizzata allo studio di agenti patogeni, e NFFA-D, per lo studio di materiali innovativi. Il nostro impegno è rafforzare ulteriormente i rapporti scientifici.”
Alla cerimonia di apertura sono seguite due tavole rotonde, una su “Open Science”, tenutasi nella sede del Cnr di Trieste e l’altra su “Sviluppi e prospettive delle tecnologie quantistiche in FVG”, svoltasi alla SISSA con i saluti del direttore Andrea Romanino. A coronamento della mattinata è avvenuta inoltre la firma di un accordo quadro tra Cnr e Elettra Sincrotrone Trieste, con cui si è stabilito, tra le altre cose, che per i prossimi 5 anni i due enti saranno partner in una cruciale fase di rilancio e rinnovamento delle infrastrutture del sincrotrone.
Nel corso della giornata si è svolto anche l’Open Day alle scuole, e i laboratori sono stati aperti per le visite di circa 180 studenti delle scuole superiori di secondo grado. Per concludere la giornata, al Conservatorio Tartini di Trieste si è svolto il concerto del Centenario a cui ha presenziato il direttore Sandro Torlontano portando i suoi saluti.
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Dai nostri campus
12.04.2023
“Edilizia 2040: quale futuro?”, un Report per immaginare il domani del comparto delle costruzioni
A cosa serviranno le case nel futuro? Le città saranno emblemi della sostenibilità o luoghi per sopravvivere? E quali saranno le competenze che gli imprenditori edili dovranno avere per gestire modelli di business basati sui dati e generare sostenibilità? Questi alcuni dei temi trattatati dal report “Edilizia 2040, quale futuro?” in cui vengono raccontati i risultati di LICoF, Laboratorio dell’Immaginazione sulle Costruzioni Future.
Avviato a novembre 2020 su iniziativa di ANCE FVG e di Area Science Park nell’ambito delle attività del digital innovation hub IP4FVG, LICoF ha coinvolto il sistema della ricerca, dell’innovazione e il mondo produttivo in un percorso di studio e analisi finalizzato a immaginare glie scenari futuri della filiera edile. La metodologia applicata dal laboratorio LICoF s’ispira al foresight tecnologico, uno strumento che permette di individuare le tecnologie emergenti in base alle tendenze e all’analisi dei contesti, identificandone il potenziale impatto sulla società, l’economia e l’ambiente.
Al laboratorio, durato circa dodici mesi, hanno contribuito 30 professionisti tra imprenditori edili, architetti, giuristi, scienziati, manager del settore culturale e creativi attivi su tutto il territorio nazionale, con lo scopo di realizzare un “esercizio sui futuri” delle costruzioni al 2040; si tratta del primo studio realizzato in Italia applicando i metodi della previsione sociale e dei sistemi anticipanti al settore delle costruzioni, per analizzare gli impatti della “digital age” sui possibili futuri modelli di business.
Lo studio, che ha come autori Carla Broccardo, Francesco Mazza, Fabio Millevoi, individua quattro scenari possibili che si susseguono via via da un futuro distopico a uno desiderabile, in cui umanità, tecnologia e ambiente si riconciliano. Un lavoro che ha richiesto un uso creativo delle informazioni per produrre idee e punti di vista che sfidino il presente: “Un metodo – spiega Fabio Millevoi, Direttore di ANCE Friuli Venezia Giulia – che LICoF ha seguito per mettere a fuoco i 4 scenari descritti in questo report e che potranno sembrare inusuali, apparire esagerati o forse provocatori ma che, spero, saranno in grado di trasportare il lettore in aree estranee e sconosciute. Non si tratta di prevedere il futuro esatto, ma di prendere decisioni migliori oggi sulla base degli scenari che abbiamo immaginato e che, ricordo, non sono previsioni ma storie che raccontano di possibili futuri alternativi”.
Le azioni strategiche da intraprendere
Ecco, quindi, che vengono individuate le possibili azioni strategiche, utili al comparto costruzioni per sviluppare i propri modelli di business di qui al 2040 e reagire con prontezza a situazioni ed eventi non desiderati che potrebbero verificarsi. La prima è la “costruzione industrializzata”, la prefabbricazione, la modularità e i processi offsite, che ibridano la manifattura con l’edilizia, stanno spostando la parte della catena del valore dal cantiere alla fabbrica. E quando il processo costruttivo avviene in fabbrica, i materiali possono essere gestiti con maggiore efficienza, con processi di assemblaggio più precisi e con un minor spreco di risorse.
Si passa quindi all’“edilizia circolare”, in cui gli edifici cominciano ad essere sempre più considerati banche di materiali, diffondendo a tutta la filiera le informazioni necessarie per conoscere e tracciare con precisione il quantitativo e la tipologia dei materiali utilizzati, pianificando anche i processi di razionalizzazione e recupero durante l’intero processo.
È poi la volta della “decarbonizzazione dell’industria del cemento”, in cui le aziende dovranno identificare i percorsi migliori verso la decarbonizzazione attraverso i progressi operativi e l’innovazione tecnologica, sfruttando le opportunità lungo tutta la catena del valore dell’edilizia sostenibile.
Segue la “progettazione in BIM (Building Information Modeling)”, strumento che dovrebbe avere nei prossimi tre anni sempre più diffusione sia per le prescrizioni di legge sia perché aiuta a ridurre i costi del ciclo di vita dell’edificio/infrastruttura, minimizza gli errori di progettazione, ottimizza la gestione dei progetti e supporta la progettazione sostenibile.
Infine, la “riduzione dell’impatto ambientale con l’utilizzo di tecnologie”, grazie al machine learning e all’intelligenza artificiale, in grado di suggerire in modo automatico le scelte da implementare per ottenere una riduzione di costi, materiali, consumi energetici, idrici ed emissioni inquinanti.
“Il Laboratorio dell’Immaginazione delle Costruzioni Future è stato per Area Science Park un esperimento condotto al di fuori dei classici laboratori. – scrive la Presidente di Area Science Park, Caterina Petrillo, nella prefazione del report – La sfida in cui ci ha coinvolto ANCE FVG è stata mettere a fuoco gli scenari delle città del futuro derivanti dall’attuazione di digitalizzazione e sostenibilità nell’edilizia e nell’urbanistica. Un modo nuovo di osservare il presente e costruire il futuro, con l’augurio che si possa disporre di un ulteriore strumento conoscitivo di supporto allo sviluppo del mondo imprenditoriale”.
Il Report sarà Presentato a Seed, Festival Internazionale di Architettura che si terrà ad Assisi dal 24 al 30 aprile.
Per scaricare il report clicca qui
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04.04.2023
Mobility management: Area sperimenta una nuova soluzione per il monitoraggio dei dati sulla mobilità
Grazie all’intelligenza artificiale e alla tecnologia beacon nasce una soluzione per monitorare i flussi di traffico attraverso la raccolta di dati anonimizzata. Questa nuova soluzione oltre a consentire una visione complessiva della mobilità casa-lavoro, permette di individuare i trend principali (orari, mezzi di trasporto utilizzati) e di misurare l’efficacia delle azioni di mobility management attuate con l’obiettivo di ridurre la mobilità privata ed il conseguente impatto ambientale.
La soluzione, che è stata testata nel campus di Padriciano di Area Science Park, è stata sviluppata dall’azienda Isonlab ed è nata nell’ambito di TechMOlogy, progetto Interreg Italia-Slovenia coordinato da Friuli Innovazione. Il progetto, conclusosi il 29 marzo, aveva l’obiettivo di promuovere l’artigianato digitale nell’industria della mobilità in quattro ambiti industriali: automotive, marittimo-navale, aerospaziale e mobilità intelligente.
Area Science Park ha collaborato al progetto fornendo la sfida industriale e il supporto per testarla nel proprio Parco scientifico che si sviluppa su due campus – uno in località Padriciano, l’altro a Basovizza – a circa 10 km dal centro di Trieste, in un’area non servita da rete ferroviaria o metropolitana, né da pista ciclabile. Il Parco conta oltre 80.000 metri quadrati di superfici attrezzate per attività di ricerca e sviluppo, ospita 57 imprese e 8 centri di ricerca e conta circa 2500 addetti fra ricercatori, imprenditori, personale amministrativo, fornitori di servizi.
La soluzione testata in Area Science Park ha permesso di raccogliere, attraverso un sistema anonimizzato, dati riguardanti la mobilità degli utenti del Parco: il numero di automobili che arrivano o partono dal campus di Padriciano e il numero di persone che arrivano o partono in autobus. Inoltre, è stato rilevato l’orario dei movimenti senza identificare i singoli soggetti e senza raccogliere dati personali di nessun tipo. Questi dati costituiscono un database fondamentale per l’implementazione di azioni di mobility management in grado di rispondere alle reali necessità di mobilità degli utenti dei campus.
Guarda il video di progetto:
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Dai nostri campus
30.03.2023
Al Prof. Chergui e Elettra-Sincrotrone Trieste uno degli ERC assegnati dalla Commissione Europea
Il Prof. Majed Chergui, Professore Emerito del Politecnico di Losanna (EPFL), è stato selezionato (per la seconda volta) tra i vincitori del più prestigioso finanziamento della Commissione Europea per la ricerca di base, lo European Research Council Advanced Grant (ERC-AdG). Il suo progetto, denominato CHIRAX, si occupa di Spettroscopia a raggi x di molecole chirali in liquido ed è basato presso il Centro di ricerca internazionale Elettra-Sincrotrone Trieste.
Chergui è un esperto mondiale di tecniche basate sui raggi X, e in particolare ha già dimostrato su campioni in forma di polvere la validità tecnica dell’approccio proposto. Il progetto CHIRAX estende la metodologia a campioni in stato liquido, la cui gestione presenta maggiori complicazioni tecniche, ma che è di enorme interesse, in quanto rappresenta l’ambiente naturale in cui avvengono i processi biologici che il progetto vuole comprendere.
CHIRAX, finanziato con quasi 2,5 milioni di Euro sarà basato principalmente a FERMI, il laser a elettroni liberi del centro internazionale Elettra-Sincrotrone Trieste, avrà una durata di 5 anni a partire dall’autunno 2023 e prevede la collaborazione dell’Università degli Studi di Trieste e vari sincrotroni e FEL in Europa: gli studenti di dottorato coinvolti avranno l’opportunità di utilizzare la strumentazione più tecnologicamente avanzata ad oggi disponibile e applicarla ad un campo di ricerca di base estremamente innovativo.
Il grant ERC-AdG è uno dei 14 grant vinti presso istituzioni italiane (il 6.5% su un totale di 218 grant approvati; la classifica è guidata dalla Germania, con 37 grant).
Il totale degli assegnatari di ERC-AdG di nazionalità italiana è superiore, e ammonta a 22 su 218 (10% del totale). Se ne evince che quello del Prof. Majed Chergui è un contributo in controtendenza: un ricercatore operante in Svizzera che decide di portare la sua ricerca futura in Italia, e precisamente a Elettra-Sincrotrone Trieste.
Possibili ragioni alla base di questo esempio di successo sono sicuramente da ricercare nell’unicità delle due macchine di luce operative a Elettra—il sincrotrone Elettra e il Laser a Elettroni Liberi (FEL) FERMI—e nel livello di internazionalità del centro. Il Prof. Majed Chergui infatti è da tempo un utente di FERMI, una macchina che si è distinta tra i suoi pari (solo 9 FEL sono operativi al mondo) per il suo disegno innovativo e la stabilità dei suoi impulsi coerenti, ultra-corti (10-100 femtosecondi, milionesimo di miliardesimo di secondi) dieci miliardi di volte più brillanti di quelli emessi da sorgenti di terza generazione, frutto di scelte tecniche consapevoli, che hanno sfidato le limitazioni correnti. FERMI è una macchina che opera nell’intervallo energetico dell’estremo ultravioletto e dei raggi X soffici, che apre nuove opportunità per esplorare la struttura di stati transienti della materia condensata, della materia soffice e biologica, e di quella rarefatta (atomi, molecole, e loro aggregati in vuoto), offrendo una varietà di tecniche che spaziano dalla diffrazione, allo scattering, alla spettroscopia di luce, di elettroni, e di ioni.
CHIRAX: Spettroscopia a raggi x di molecole chirali in liquido
La chiralità (dal greco χείρ: mano) è una proprietà centrale di alcune molecole che esistono in due forme che sono l’immagine-specchio una dell’altra e che non sono sovrapponibili, come le nostre mani. Queste due forme sono chiamate enantiomero destro e sinistro. La natura invece è monochirale, cioé le funzioni biologiche succedono con solo un tipo di enantiomero, mentre l’altro può essere neutrale o spesso tossico. Per esempio, la molecola Dopa ha enantiomero che è utilizzato per trattare la malattia neurodegenerativa di Parkinson, mentre l’altro causa mal di testa, nausea e stordimenti. Di conseguenza, l’identificazione e la separazione degli enantiomeri è d’importanza centrale nella farmacologia, la tossicologia, la medicina, la biochimica ed anche in altri campi come la catalisi eterogenea di superficie.
Oggi il mercato dei chimici chirali rappresenta approssimativamente 60 miliardi di $ ed è previsto crescere fino a 150 miliardi entro il 2030! La metodologia per identificare gli enantiomeri, chiamata dicroismo circolare, è la stessa che è stata sviluppata più di un secolo fa da Pasteur, van’t Hoff e Le Bel: usa la proprietà degli enantiomeri di assorbire preferibilmente la luce visibile o ultravioletta dotata d’una polarizzazione circolare. Purtroppo questa tecnica non è sufficientemente sensibile.
Il progetto CHIRAX propone di estendere ai raggi X il dicroismo circolare. I raggi X offrono sensibilità molto spinte, e permettono inoltre di selezionare l’elemento chimico (cioè l’atomo) che assorbe la luce e di collegarlo allo stato chirale della molecola. Scopo del progetto è portare questa tecnica, intrinsecamente molto sensibile, ad un livello di implementazione tale da consentirne l’analisi di molecole. Inoltre, sfruttando la struttura temporale ultraveloce del fascio di raggi X prodotto dal Laser ad Elettroni Liberi (FEL) FERMI, il progetto punterà ad eseguire questo tipo di analisi in tempo reale, seguendo l’evoluzione dei sistemi biomolecolari chirali nel tempo e al variare delle condizioni analitiche.
Comunicati Stampa
Dai nostri campus
30.03.2023
PRP@CERIC: studiare gli agenti patogeni per contrastare la diffusione di nuovi focolai di malattie
Con il kick off meeting in Area Science Park, ha preso ufficialmente il via “Pathogen Readiness Platform for CERIC-ERIC Upgrade” PRP@CERIC, il progetto nazionale finanziato dal MUR nell’ambito del PNRR e coordinato dall’ente di ricerca Area Science Park in partenariato con il CNR (Istituto Officina dei Materiali e Istituto di Cristallografia), l’Università di Salerno, l’Università di Napoli e l’Università del Salento.
Il progetto, che può contare su un finanziamento pari a 41 milioni di euro, ha l’obiettivo di realizzare un’infrastruttura di ricerca altamente specializzata, unica in Europa, che integra strumentazioni e competenze in biologia, biochimica, fisica, bio-elettronica, bio-informatica e scienza dei dati per studiare agenti patogeni di origine umana, animale e vegetale e intervenire rapidamente per contrastare la diffusione di possibili nuovi focolai di malattie.
L’approccio multidisciplinare è l’elemento chiave per raggiungere gli obiettivi di ricerca, fondamentale e applicata, che il progetto si propone di attuare nel rispetto del principio DNSH (Do No Significant Harm), cioè non arrecare danni significativi all’ambiente. La nuova infrastruttura, in linea con quanto già accade per i laboratori di Area Science Park e di Elettra Sincrotrone Trieste, sarà disponibile per studi e analisi in modalità open access sia agli utenti accademici che a quelli industriali.
PRP@CERIC prevede la realizzazione di nuovi laboratori nonché l’aggiornamento di strumenti e servizi già esistenti; saranno, infatti, potenziati i laboratori di Area Science Park, di Elettra Sincrotrone Trieste, del CNR e dell’ICGEB, realtà scientifiche di eccellenza che collaborano alla realizzazione del progetto.
La pandemia COVID-19 ha evidenziato la necessità di fare leva su princìpi scientifici solidi, sulla collaborazione interdisciplinare e internazionale, elementi fondamentali per ridurre l’impatto umano, sociale ed economico di possibili futuri rischi di epidemie. Le infrastrutture di ricerca possono avere un ruolo chiave nella comprensione degli aspetti fondamentali di patogenicità e nello sviluppo efficace di strategie di prevenzione e cura. Strumenti, metodologie e tecnologie all’avanguardia su scale diverse e reciprocamente integrate (da singole molecole a interi organismi) hanno il potenziale per soddisfare i requisiti di sensibilità e selettività richiesti dallo studio di sistemi biologici complessi, contribuendo così fare nuova luce sui meccanismi di interazione ospite-patogeno.
“Il progetto PRP@CERIC è stato sviluppato partendo dalle competenze in genomica e data science già presenti nell’ente di ricerca e integrandole a quelle del sistema Area Science Park. Mi referisco, per esempio, alla ricerca di eccellenza nel campo della virologia dell’ICGEB come pure le capacità sperimentali della luce di sincrotrone di Elettra, centro di ricerca di rilevanza internazionale – ha dichiarato la Presidente di Area Science Park Caterina Petrillo nel corso del kick off meeting di lancio del progetto – . Queste consolidate competenze scientifiche si completano con alcune specializzazioni presenti presso le università di Napoli, Salento e Salerno, partner con cui abbiamo già sviluppato progetti di rilevanza nazionale. L’integrazione di expertise differenti e la messa in rete di laboratori dislocati in diverse aree geografiche darà vita a un’infrastruttura unica in Europa che sarà al servizio del mondo della ricerca e dell’impresa, nazionale e internazionale”.
Il progetto PRP@CERIC, che durerà 30 mesi, intende inoltre gestire tutti i dati di ricerca prodotti in maniera FAIR (Findable, Accessible, Interoperable, Reusable), cioè i dati prodotti saranno trattati in modo da essere facilmente reperibili, accessibili, interoperabili e riutilizzabili, nell’ottica di una scienza aperta e collaborativa a livello internazionale. La sostenibilità si estenderà anche al modello dell’alta formazione, in quanto il progetto prevede la realizzazione di master per laureati e training per la futura generazione di ricercatori.
Il progetto “Pathogen Readiness Platform for CERIC-ERIC Upgrade” PRP@CERIC è finanziato dal PNRR Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nell’ambito della Missione 4 “Istruzione e Ricerca”, Componente 2 “Dalla Ricerca all’Impresa”, Linea di Investimento 3.1 “Fondo per la realizzazione di un sistema integrato di infrastrutture di ricerca e innovazione”, finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU.
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Infrastrutture di ricerca